Re di Siria. Figlio di un
luogotenente di Filippo, fu il fondatore della dinastia dei Seleucidi.
Accompagnò Alessandro nella sua spedizione in Asia (334-323 a.C.) e alla
morte del sovrano fu nominato capo della cavalleria. Fu seguace dapprima di
Perdicca, ma poi prese parte alla congiura che portò alla sua morte (321
a.C.). Satrapo di Babilonia, partecipò alla lotta tra Eumene e Antigono
parteggiando per il secondo, ma quando quest'ultimo, vincitore, avanzò
verso Babilonia, si vide costretto a riparare in Egitto (316 a.C.). Entrò
nella lega contro Antigono a fianco di Tolomeo, e dopo la vittoria di Gaza (312
a.C.) su Demetrio, figlio di Antigono, recuperò la Siria e Babilonia. Da
quel momento ebbe inizio
l'era dei Seleucidi. Vincitore di Nicanore,
luogotenente di Antigono, sottomise la Media, la Persia, la Susiana e tutto il
territorio fino all'Indo. Nel 306 a.C. prese il titolo di re. Alleato di
Tolomeo, di Cassandro e di Lisimaco, riportò su Antigono e Demetrio la
vittoria di Ipso (301 a.C.). Fondò allora numerose città, tra le
quali
Antiochia sull'Oronte e
Seleucia sul Tigri. Aprì
nuove vie al commercio, e proseguì in Asia l'opera civilizzatrice di
Alessandro. Difese l'Impero contro Demetrio, di cui, ripudiando la prima moglie
Apama, aveva sposato la figlia Stratonice, e, una volta battuto, lo
confinò ad Apamea sull'Oronte. Coinvolto in un ultimo conflitto contro
Lisimaco di Tracia, lo sconfisse a Curupedio, nella piana di Ciro (281 a.C.),
impadronendosi dei suoi Stati.
S. cercò quindi di estendersi verso
la Macedonia ma fu assassinato a Lisimachia, nella Tracia, da Tolomeo Cerauno,
figlio del vecchio amico Tolomeo (355 circa - 281 a.C.).